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Vincenzo Meo, vittima abruzzese delle foibe

Fu infoibato a Gorizia dopo un rastrellamento nel maggio 1945

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Il 10 febbraio è stato istituito esattamente vent’anni fa il “Giorno del Ricordo”, solennità civile in cui si recupera dopo decenni di oblio la memoria degli italiani massacrati nelle foibe e dell’esodo da Istria, Fiume e Dalmazia. Tra gli italiani massacrati nelle foibe ci fu anche Vincenzo Meo, originario della provincia di Chieti.

Vincenzo Meo era nato a Schiavi d’Abruzzo il 13 dicembre 1898 da Maurizio e Domenica  Vecci. Dopo gli studi presso il Seminario Arcivescovile di Chieti e il diploma divenne impiegato comunale e si trasferì in Friuli-Venezia Giulia.

Il 2 maggio 1945, poco dopo essere entrate a Gorizia, le milizie jugoslave di Tito iniziarono i rastrellamenti casa per casa. 665 italiani furono deportati e poi massacrati nelle foibe. Tra loro Vincenzo Meo, picchiato a sangue durante un rastrellamento e deportato e ucciso in una foiba. 

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