Danni permanenti, handicap gravi riconosciuti dall’Inps, sindrome di deficit attentivo e comportamentale e altre patologie. È il quadro clinico del figlio, oggi quattordicenne, di una coppia di Atessa residente a Lanciano.
Il bambino era nato nell’ospedale Renzetti e le patologie del ragazzo sarebbero conseguenza di quanto avvenuto in fase di pre-parto. Questa la motivazione con cui i genitori hanno sporto denuncia contro la Asl: l’accusa è che i danni permanenti e le patologie sarebbero stati causati dall’operato dei sanitari.
Il giudice Gianluca Falco, Tribunale civile di Chieti, ha condannato la Asl Lanciano-Vasto-Chieti ad un risarcimento di 522.000 euro. La famiglia del ragazzo è stata supportata nella vicenda legale da Andrea Florindi e Gennaro Baccile, avvocato e membro del direttivo nazionale dell’associazione Sos Utenti Aps e presidente della stessa associazione.
La vicenda è stata riportata da Il Centro nell’edizione di ieri. Durante il processo, riporta il quotidiano, la madre “nonostante il sanguinamento non è stata sottoposta a visita medica né all’ecografia per accertare le condizioni del bimbo” e “neppure un monitoraggio cardiaco continuo ci sarebbe stato, ma solo due visite ostetriche con rilievo isolato del battito cardiaco fetale”.
“Il sanguinamento e il ritardato parto cesareo hanno provocato in tal modo una grave sofferenza perinatale al bambino con danni cognitivi e comportamentali e, successivamente, disturbi visivi, disarmonia dello sviluppo, linguaggio e disabilità intellettiva” conclude l’articolo de Il Centro.