Ottocentoventitre in tutta Italia, quarantasei solo in Abruzzo. Sono i drammatici numeri dei morti sul lavoro in quest’anno ancora lontano dalla fine. Tragedie, vite spezzate, famiglie distrutte dal dolore, familiari che non potranno più abbracciare i loro cari.
Mercoledì scorso un’esplosione nello stabilimento a Casalbordino della Esplodenti Sabino ha causato la morte di tre lavoratori. A distanza di meno di tre anni dalla precedente tragedia in cui persero la vita, anche allora, tre lavoratori. Dopo l’incidente di Casalbordino altri lutti hanno colpito il mondo del lavoro in tutta Italia, la giornata di ieri da Napoli a Bologna è stata una delle giornate più drammatiche di quest’anno.
«Contro le morti bianche non è stato fatto abbastanza» è l’amara riflessione della deputata Daniela Torto, eletta in provincia di Chieti. «Le cause dell’incidente sono ancora da accertare, ma l’ennesima tragedia sul lavoro ci impone a fare molto di più per la tutela della salute e l’incolumità dei lavoratori – dichiara Torto - è evidente che qualsiasi siano le cause dell’incidente che emergeranno dagli accertamenti degli organi preposti, la politica ha il dovere di trovare soluzioni concrete e immediate».
«La magistratura farà il suo corso, ma la vita di quei lavoratori è stata spezzata per sempre, così come è stata distrutta quella delle loro famiglie, a cui va tutta la mia vicinanza e solidarietà » ed «è davvero l’ora di dire basta: non si può, non di deve, continuare a morire sul lavoro» ha sottolineato la deputata abruzzese.
«Sembra un film horror già visto – accusa l’Unione Sindacale di Base - si era detto mai più invece ci risiamo» e «i lavoratori pagano con la vita un sistema di controlli che non funziona, che non previene e che non punisce chi li manda al massacro».
«È necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle ASL e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole» e « Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa l’attività e vanno previsti dei controlli stringenti periodici: meglio lavoratori cassintegrati che morti» torna a proporre il sindacato di base.
« Ribadiamo con forza che bisogna introdurre un reato specifico nella legislazione: il reato di omicidio sul lavoro» e «per questi motivi, USB e Rete Iside, hanno lanciato la campagna di raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che istituisce questo reato e per mettere il Parlamento italiano di fronte alle proprie gravi responsabilità ».
«Basta con le interviste piene di costernazione da parte dei politici, non più credibili, e basta anche con le finte rimostranze di Cgil, Cisl e Uil – attacca il Coordinamento Lavoro Privato Abruzzo e Molise dell’Usb - Quanti morti servono per comprendere che bisogna intervenire in modo radicale? Quanto sangue deve scorrere per comprendere che gli attuali strumenti non bastano a fermare la sequela di morti ammazzati sul lavoro?»