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Prima seduta per la commissione d’inchiesta regionale sull’emergenza idrica

È stato audito il presidente dell’Ersi Nunzio Merolli

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Sono iniziati i lavori della commissione d’inchiesta regionale sull’emergenza idrica presieduta dalla consigliera Sara Marcozzi (Impegno Civico). La commissione ha lo scopo di indagare sulle cause della dispersione idrica sul territorio regionale e sulle eventuali responsabilità degli enti coinvolti nella gestione delle condutture e della fornitura d’acqua pubblica e si era già insediata nelle scorse settimane. 

Al centro della prima seduta della commissione c’è stata l’audizione del presidente dell’Ersi, l’ente regionale per il servizio idrico, Nunzio Merolli. “Partiamo così analizzando il contesto attuale, evidenziando i problemi più gravi – ha dichiarato Sara Marcozzi informando sulla prima seduta della commissione - vogliamo mettere ordine, una volta per tutte, a quanto accade al ciclo idrico nel nostro territorio, lasciando in eredità un documento utile a risolvere criticità che vanno avanti da decenni. Abbiamo sei mesi di tempo”.

“Nessuna delle sei società di gestione idrica - GSA, ACA, SACA, RUZZO, SASI e CAM - ha un ingegnere idraulico; la società CAM si trova potenzialmente a rischio per il proprio futuro; Ruzzo Reti non poteva annunciare né garantire il taglio delle bollette del 10% comunicato pochi giorni fa; per avere tutti i dati contabili da ogni società di gestione, Ersi ha dovuto attendere fino a sei mesi - la sintesi di quanto emerso durante l’audizione diffuso da Sara Marcozzi  - un quadro desolante, che certifica l'urgenza di un presidio fisso, in Abruzzo, che si occupi del ciclo dell'acqua. La sola nota positiva riguarda i finanziamenti per la rete idrica che potrebbero garantire una diminuzione drastica delle perdite, con ristrutturazione e digitalizzazione”. L’unico ingegnere idraulico è in servizio all’Ersi ma è “prossimo al pensionamento” sottolinea la presidente della Commissione che definisce la situazione “veramente grave, soprattutto pensando al considerevole numero di dipendenti che queste hanno e, sicuramente, sarà premura della Commissione andare a fondo sulla pianta organica delle società di gestione in Abruzzo”. 

Durante la seduta si è posta l’attenzione anche sul sistema tariffario e il costo delle bollette. “La società Ruzzo Reti che, poco più di una settimana fa, ha annunciato un abbassamento delle tariffe del 10%. Ebbene abbiamo scoperto che questa comunicazione sarebbe impropria e priva di qualsiasi certezza – ha riportato Marcozzi -  il motivo è che né Arera né Ersi, che si occupano di stabilirla, hanno fatto le necessarie comunicazioni all'ente. Significa che la Ruzzo Reti, da quanto è emerso, non aveva alcun titolo per dare questa informazione alla cittadinanza in autonomia perché la valutazione finale non risulta essere in capo al gestore”. 

“In attesa di approfondire lo stato di ognuna delle società di gestione nel dettaglio, dalla Commissione è emersa la grave situazione economica in cui verserebbe il Cam – prosegue Marcozzi – Già in amministrazione controllata e su cui grava un impegno di 6 milioni di euro l’anno con cui viene onorato il concordato preventivo, il Cam, a causa dell’aumento dei costi dell’energia elettrica, potrebbe essere sull’orlo del fallimento. Infatti, a fronte di 22 milioni di euro di entrate, sarebbero già stati spesi 16 milioni di euro in bollette elettriche”.  

“Devo anche registrare un grave fatto riportato dal Presidente Merolli. Ci sarebbero stati casi in cui l'Ersi avrebbe atteso fino a sei mesi per avere tutti i dati contabili dalle società di gestione per svolgere a dovere il proprio compito di controllo. È un tempo evidentemente lungo e inaccettabile, che rallenta tutto il lavoro necessario a tutela dell’acqua pubblica – dichiara in conclusione della nota stampa inviata dopo il termine dell’audizione Sara Marcozzi - voglio infine ringraziare tutti i colleghi Commissari e gli auditi per aver colto il senso con cui ho chiesto l'istituzione della Commissione d'inchiesta. L’obiettivo è quello di abbassare le tariffe, limitare al massimo i disservizi e, soprattutto, fare in modo che l’acqua in Regione Abruzzo rimanga pubblica. Solo con questo spirito collaborativo si possono affrontare criticità così gravi e che riguardano tutti. Senza distinzioni".

 

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