Credo nel conflitto dialettico. Ci credo profondamente. In tutta la mia vita sono andato sempre alla ricerca di qualcuno che contraddicesse in modo anche estremo ed energico le mie tesi. Dico spesso che pur non avendo mai cambiato ideologia, cambio idea molto frequentemente, essendo il dubbio un mio inseparabile compagno che a volte amo e altre odio. È da qui che nasce l’autocritica, unico, solo baluardo contro l’arroganza, la prepotenza e fedele alleato dell’umiltà, della consapevolezza dei propri limiti e della mitezza delle proprie virtù. Senza il conflitto dialettico tutto questo verrebbe meno. Saremmo esseri perfetti ai nostri occhi ma, non avendo conferma di ciò nel contesto sociale, matureremmo solo cattiveria, invidia, depressione e – in termini psicosociali - una sconfinata e incontrollabile “voglia di morte” nei confronti di chi mette in discussione le nostre scelte, che può manifestarsi in vari modi. Ritornare alla “bellezza” dello scontro e del conflitto dialettici, vuol dire produrre dibattito vero e dunque la partecipazione intellettuale e materiale della nostra dimensione “vernacolare”, mortificata e annientata da decenni nei quali dietro la falsa teoria della “fine delle ideologie”, siamo stati ingabbiati nella vuota retorica dell’identico, del trasversale, della elementare auto-amministrazione di un’esistenza relegata tra i limitati confini dei propri orticelli reali, virtuali, psichici. Confini entro i quali si ignorano i sentimenti e i bisogni del prossimo che non sia ama più come se stessi per via del fatto che in fondo si odia se stessi. Marx diceva che “non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza”. Ora, se l’essere sociale è negato, quale coscienza può maturare? O si va fuori dai recinti oppure avremo LA SCOMPARSA DELLE PERSONE, che oltre a costituire un rischio, è anche il titolo del mio prossimo libro del quale annuncio l’uscita in autunno.
#lascomparsadellepersone #amore #individualismo #coscienzasociale #liberta #partecipazione #consumismo