Le innumerevoli segnalazioni di «odori molesti», oggetto anche di un sit in tenutosi in piazza Barbacani a fine marzo, tornano al centro del dibattito pubblico vastese. Segnalazioni che negli anni sono giunte dalla zona di Punta Penna e, negli ultimi tre anni, sempre più anche dal centro cittadino. Dopo tre rinvii giovedì pomeriggio si è tenuto un partecipato incontro nell’Aula Vennitti del Municipio. Presente il sindaco Francesco Menna con alcuni assessori, il consigliere regionale e Presidente della Commissione Vigilanza della Regione Abruzzo Pietro Smargiassi, alcune associazioni, rappresentanti del mondo industriale, Arta e Sasi.
Tra i primi interventi durante l’incontro, trasmesso in streaming sulla pagina facebook del primo cittadino Menna su sua espressa proposta, Lino Salvatorelli dell’Arci che ha ribadito la posizione espressa dalle associazioni negli anni e chiesto un maggior impegno in termini finanziari alle istituzioni. Confindustria ha ribadito che le attività produttive presenti nella zona industriale sono tutte perfettamente in regola con la legislazione vigente, che negli anni non risultano segnalazioni di malattie professionali e l’impegno a migliorare le tecnologie utilizzate dalle principali aziende nell’area. Aggiungendo che non essendoci nessuna certezza segnalati, e alla luce di notizie recenti e meno recenti di abbandoni e stoccaggi illeciti di rifiuti, le possibili fonti degli «odori molesti» andrebbero cercate ad ampio raggio.
Il sindaco Francesco Menna ha ripercorso brevemente la cronistoria delle lettere, degli esposti e delle segnalazioni inviate dall’Amministrazione Comunale sin dai tempi delle giunte Lapenna e sottolineato che entro fine maggio la provincia di Chieti, da lui presieduta, concluderà l’iter di approvazione del Piano Regolatore Territoriale (Prt). Piano che riporta sul tavolo la possibilità di «arretramento della zona industriale», già ventilato quasi vent’anni dalla stessa Provincia.
Al centro di larga parte del dibattito gli interventi del direttore dell’Arta Giusti e del presidente della Sasi Basterebbe. Incalzati dagli interrogativi posti dal consigliere regionale e Presidente della Commissione di Vigilanza Regionale Pietro Smargiassi i rappresentanti dei due enti si sono soffermati soprattutto sul Nose e sul depuratore presente a Punta Penna. Nose è un progetto sperimentale che prevede la creazione di un’app con la quale i cittadini possono inviare segnalazioni. Sarà cura, poi, dell’Arta procedere alle verifiche e alle analisi per individuare fonti e criticità. Sull’analisi della qualità dell’aria l’attenzione si è concentrata anche sul Piano Regionale di Tutela, Menna ha affermato che chiederà alla Regione l’inserimento della zona di Punta Penna per chiedere centraline fisse di rilevamento. Che sono gestite dall’Arta, sul punto Smargiassi ha incalzato Giusti sulle procedure e su cosa viene analizzato da queste centraline.
Nel suo intervento il presidente della Sasi Basterebbe ha affermato che il depuratore da loro gestito presenta un’alta efficienza e di aver avuto notizia, nella stessa giornata, che di recente è stato segnalato il deposito di una – parole testuali - «polverina gialla» sulle auto. E che alcuni tecnici della Sasi si son dovuti allontanare a seguito di forti odori. Anche su questo si è creato un serrato scambio con il presidente della Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo che si è riservato di chiedere ulteriori dettagli, su quanto segnalato e sulle procedure adottate, da parte della società.
Tra gli interventi anche il presidente regionale di Legambiente Giuseppe Di Marco che ha annunciato progetti che vedono l’associazione attiva e proposto di superare la contrapposizione ambiente-industrie e puntare sempre più su un’economia green. Intervento su cui in queste ore è tornato il Comitato spontaneo cittadino per la difesa della salute pubblica che ha affermato di voler prendere le distanze «da quanto affermato dal presidente di Legambiente Abruzzo che ha, riportiamo testualmente la sua affermazione, sostenuto che “spesso le industrie insegnano la sostenibilità ambientale” impostando un discorso più industrialista degli industriali stessi».
L’incontro nell’Aula Vennitti secondo il Comitato spontaneo «non ha portato nulla di nuovo» e che «vorremmo dichiarare di esserne delusi, e che le nostre speranze sono state disattese, ma non ci riusciamo perché ce lo aspettavamo». Le segnalazioni dei cittadini con l’app prevista dal progetto Nose « molto probabilmente andranno ad aggiungersi alla immensa pila di quelle già lanciate in tutti questi anni». Forti critiche sono rivolte dal Comitato a quanto dichiarato durante l’incontro dai rappresentanti del mondo industriale e sul monitoraggio della situazione a Punta Penna: « crediamo inoltreche la risoluzionedel problema non sia unapriorità da parte dell’Amministrazione comunale» e «chiediamo da anni uno studio sulla qualità dell’aria a Punta Penna, che è cosa diversa dal monitoraggio costante di competenza dell’Arta» affermano gli attivisti. «Lo studio, infatti, dovrebbe essere commissionato dal Comune a proprie spese – proseguono - si dice costi troppo e non ci sono fondi. Noi a questo punto chiediamo: quanto costa la tutela della salute pubblica?». «Noi continueremo a sollevare la questione fin quando non verrà risolta de finitivamente, e cioè fin quando non ci saranno evidenze scientifiche – la conclusione del comunicato stampa sotto tre aspetti: da dove provengono i miasmi di Punta Penna? Sono o meno nocivi per la salute pubblica? Qual è in generale, dunque a prescindere dai miasmi, la qualità dell’aria di Punta
Penna?»