Riceviamo e pubblichiamo
Puntuale, come tutti gli anni, è arrivata la pubblicazione dei dati della Banca d'Italia relativi alla presenza degli sportelli bancari nei vari territori. E come tutti gli anni lo scenario che ne esce fuori è impietoso per quanto riguarda Abruzzo e Molise. Impietoso e in costante peggioramento.
Il dato che più di tutti dimostra l'abbandono dei nostri territori è quello relativo al numero di Comuni serviti da almeno uno sportello bancario. In Abruzzo in circa 6 comuni su 10 non si trova più una filiale di banca, con punta in Provincia dell'Aquila dove le banche sono assenti in quasi 3 comuni su 4. Drammatici i numeri del Molise: non esistono banche in oltre 8 comuni su 10, arrivando al dato di Isernia che vede gli abitanti di quasi il 90% dei comuni costretti a spostarsi se devono effettuare operazioni bancarie in presenza. Il dato peggiora soprattutto dove era già allarmante: cioè nelle aree interne, in modo particolare nelle provincie di Chieti, L'Aquila e Campobasso. Resta stabile la situazione di Isernia in quanto la presenza era comunque già ridotta all'osso.
La percentuale di filiali chiuse in Abruzzo negli ultimi 5 anni è di poco superiore alla media nazionale (26,9% contro 23,3%). Guardando invece il calo di dipendenti, si rileva una percentuale tripla rispetto al dato nazionale (22,1% contro 7,7%). Come possiamo interpretare questi numeri?
Sono due le motivazioni di questo dato. La prima è il definitivo smantellamento di quello che resta delle vecchie Direzioni Generali delle storiche banche che avevano sede in Abruzzo. La seconda, e più rilevante, è legata al fatto che nel resto d'Italia si chiudono prevalentemente le piccole filiali, quasi sempre poste in centri meno popolosi. In Abruzzo gran parte delle filiali di piccole dimensioni sono state chiuse negli anni scorsi, quindi adesso le chiusure interessano filiali più importanti e con organico più numeroso. E questo rende il dato ancor più preoccupante, soprattutto considerando che l'andamento delle chiusure non accenna a diminuire: nei primi 3 mesi del 2023 (quindi successivamente ai dati che riportiamo) sono state chiuse già 12 filiali in Abruzzo.
In Molise è particolarmente significativo il dato relativo alle chiusure di sportelli: la percentuale di chiusure (-31,9%) ne fa la regione peggiore d'Italia nel quinquennio. Riguardo al calo degli addetti, la percentuale è più che doppia (-16,2%) rispetto alla media nazionale.
Le banche raccontano spesso che la mancata presenza fisica non comporta una minore assistenza a famiglie ed imprese. Un dato dell’Ufficio Studi Fisac CGIL dimostra l’esatto contrario. Andando ad esaminare il totale degli affidamenti accordati, si rileva un calo del 3,6% dell’ammontare complessivo in Italia negli ultimi 5 anni, concentrato essenzialmente negli anni della pandemia. In Abruzzo il calo è del 10,1%, percentuale quasi tripla rispetto al dato nazionale: andamento che ricalca quello del calo degli occupati in regione nell’ultimo quinquennio. Ed è un andamento che, curiosamente, riscontriamo in un altro dato: secondo l’economista Aldo Ronci, nel primo trimestre 2023 le imprese artigiane in Abruzzo sono diminuite dello 0,36%, contro una media nazionale dello 0,12%: ancora una volta riscontriamo una percentuale tripla rispetto all’andamento nazionale.
L'abbandono dei territori da parte delle banche contribuisce in modo pesante all'impoverimento delle zone interessate. Oltre ad escludere dai servizi un’importante quota della popolazione, comporta anche difficoltà di accesso al credito per famiglie e piccole imprese. Un vuoto nel quale riesce facilmente ad inserirsi l'usura. Si tratta di un problema con forti implicazioni sociali, del quale purtroppo la politica sembra disinteressarsi totalmente.
LUCA COPERSINI
SEGRETARIO REGIONALE FISAC CGIL ABRUZZO MOLISE