Era il 1° agosto dell’anno scorso quando una tranquilla serata pescarese fu funestata da un agguato. Vittime l’architetto di Francavilla Walter Albi, deceduto in seguito ai colpi di pistola ricevuti, e l’ex calciatore Luca Cavallito, che rimase ferito gravemente. Ieri mattina sono scattate le manette nei confronti di due persone accusate di essere mandante ed esecutore dell’agguato.
Durante una conferenza stampa presieduta dal Procuratore Capo di Pescara Giuseppe Bellelli sono stati resi noti i dettagli dell’operazione. I due arrestati sono Cosimo Nobile e Natale Ursino. Nobile è uno storico ex capo ultrà. Ursino, originario di Locri (provincia di Reggio Calabria), quella sera aveva appuntamento con Albi e Cavallito. Ma all’appuntamento si presentò Nobile, accusato dalla Procura di essere l’esecutore dell’agguato.
Secondo il Procuratore Bellelli su entrambi gli accusati pendono “precedenti pesanti”. Per Nobile il riferimento è alla condanna ad oltre sei anni perché presunto componente della “banda dei kalashnikov”, autrice di diverse rapine a furgoni portavalori, e per Ursino ad accuse di un fatto “particolarmente efferato che appariva lontano dal contesto pescarese, ma che aveva agganci con criminalità di notevole spessore”. Testuali parole di Bellelli che farebbero riferimento a presunti collegamenti con la ‘ndrangheta.
Il movente dell’agguato sarebbe un trasporto dall’America Latina all’Europa commissionata ad Albi che non sarebbe mai avvenuto.
Questa la ricostruzione fornita dalla Procura di Pescara durante la conferenza stampa. Nei prossimi giorni si avranno notizie su interrogatori e versioni dei difensori dei due accusati. Per gli accusati, così come viene sottolineato in ogni nota stampa di inquirenti e forze dell’ordine relativa ad arresti ed indagini, in osservanza dei principi costituzionali vale la presunzione d’innocenza fino ad eventuali pronunce definitive della giustizia penale.