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Le morti sul lavoro sono un’emergenza da affrontare con priorità

Dure prese di posizione di UIL e USB sulle “morti bianche”

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Continua a tenere banco e a far riflettere l’incidente al porto di Ortona che è costato la vita di un lavoratore. In tanti anni di attività quanto accaduto nella giornata di ieri è il primo incidente mortale, ha sottolineato la Capitaneria di Porto alla stampa, avvenuto nel porto di Ortona.

Il tragico avvenimento ripropone il tema delle “morti bianche”, gli incidenti mortali per i lavoratori coinvolti. Su cui sono tornate in queste ore con distinte note inviate alla stampa i sindacati Usb e UIL. “La morte di un lavoratore, sul posto di lavoro non è e non deve essere fatto passare per una casualità, le responsabilità ci sono che siano dirette o indirette ma vanno ricercate per il rispetto che si deve al lavoratore - dichiara l’Unione Sindacale di Base -  una strage silenziosa che avviene giornalmente nel nostro paese” che “Non è mai una casualità”. Il sindacato di base individua “responsabilità” di “tanti e molteplici” nel suo comunicato tra cui “la carenza di personale negli enti di controllo, ridotti all’osso” la superficialità con cui si continua ad affrontare questa strage giornaliera” e  “la mancanza nella legislazione di un reato che inchiodi le imprese ad una vera prevenzione sulla sicurezza”. Su quest’ultimo punto l’USB ricorda la richiesta di introduzione del reato di “omicidio sul lavoro” portata avanti da diversi anni. “L’Abruzzo è una regione dove ci sono troppi morti per lavoro, già oltre 10 nell’anno su un totale di quasi 1000 in tutta Italia, e bisogna urgentemente intervenire per intensificare i controlli e l’organico degli enti preposti a farli” riassume la situazione nella regione in conclusione il sindacato. 

“Il tema della sicurezza deve diventare, a livello territoriale e nazionale, un elemento di primaria importanza – ha dichiarato il segretario generale della Uil Abruzzo Michele LombardoBisogna fare in modo che si passi dalle chiacchiere ai fatti, investendo e cercando di costruire, attraverso adeguati finanziamenti,  un’attività che comprenda l’ispezione, il controllo e anche la formazione” e “non è più accettabile che padri e madri di famiglia escono la mattina per andare a guadagnare il pane per i propri figli e non fanno più rientro a casa, perché muoiono sul posto di lavoro”. “Sono 12.453 gli infortuni denunciati in Abruzzo da gennaio e settembre 2022: 3.868 in provincia di Chieti, 2.281 in quella dell’Aquila, 2.601 in provincia di Pescara e 3.703 in quella di Teramo – sottolinea l’Unione Italiana del Lavoro nella nota inviata alla stampa - 15 gli infortuni mortali a livello regionale: 6 in provincia di Chieti, 3 in provincia dell’Aquila, 2 in provincia di Pescara e 4 in provincia di Teramo”. “Dobbiamo smetterla di chiamare queste morti ‘morti bianche’, questi sono veri e propri omicidi – dichiara in conclusione Lombardo - le istituzioni devono capire che il tema della sicurezza non è un fatto residuale ma un argomento di primaria importanza” perché “non è più sostenibile vedere uomini e donne che muoiono sui posti di lavoro”.

 

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