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L'Eremo di San Michele Arcangelo tra Liscia e San Buono

La miracolosa apparizione del 1936, l'acqua sacra e le annuali processioni

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L'Abruzzo è terra di antiche sacralità intimamente fuse con la meraviglia della realtà naturale.

Abbiamo visto in precedenti focus (https://www.terredichieti.net/focus/luoghi/571/dalla-dea-bona-a-santagata-il-trionfo-del-femminino-in-abruzzo e https://www.terredichieti.net/focus/luoghi/319/la-fonte-delle-sese) come il flusso delle acque sacre sia stato, in antichità molto lontane nel tempo, di importanza primaria per il sorgere dei primi culti pagani, sui quali poi la cristianità ha ri-costruito le sue credenze. Una cristianità che però è rimasta popolare, densa di simbologie che non hanno dimenticato i cultoi antecedenti alla fede cristiano-cattolica. 

Un esempio di questa permanenza di sacralità popolare è il culto dell'Arcangelo Michele.

A 2,5 km dal borgo di Liscia, nelle campagne del Vastese, scendendo ripidamente lungo la Valle del Teste, circondati da una suggestiva vegetazione che anche nei mesi invernali effonde il suo fascino, ci si imbatte nell'Eremo di San Michele Arcangelo, dove lo spirito della natura si manifesta esperibile non solo ai devoti cattolici, ma a chiunque abbia mente e cuore aperti alle energie più sottili.

Qui la leggenda popolare narra un avvenimento unico

Pare che il 28 marzo 1936 un pastore di Palmoli si decise a seguire un suo torello che ogni giorno si allontanava dal pascolo per addentrarsi nel folto del bosco. Il giovane pastore, nel seguire il torello, già comprendeva che qualcosa in quell'evento andasse oltre la percezione umana... la vegetazione tutta si spalancava al passaggio dell'animale, finché esso si fermò dinanzi ad una grotta e vi si inginocchiò: lì apparve l'Arcangelo Michele nell'atto di combattere e sottomettere il Diavolo. Il giovane pastore non resse l'emozione e lo stupore e svenne. Al suo risveglio la visione era scomparsa ma egli, arso di sete, giovò della miracolosa fuoriuscita di acqua direttamente dalle pareti della roccia. Quella stessa acqua sacra dalle proprietà taumaturgiche che ancora oggi, in occasione dell'8 maggio e del 29 settembre, viene raccolta dai fedeli di Liscia e San Buono i quali con due processioni scendono a valle e si incontrano all'Eremo.

Accanto a quella grotta, i marchesi d'Avalos, nei primi del '700, fecero costruire la cappella votiva e la statua lignea di San Michele, a cura dello scultore Giacomo Colombo.

Per approfondire la figura di San Michele: https://www.terredichieti.net/focus/storia/725/san-michele-larcangelo-dautunno

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