La Fonte delle Sese a Collezingaro, contrada di Torricella Peligna (CH), ha una storia che si lega all'antichissimo culto delle acque sacre in Abruzzo.
Chiamata anche Fonte di Sant'Agata, realizzata nel XIX secolo, certamente non attira per la maestosità della fattura architettonica né per la portata acquifera non particolarmente abbondante. Eppure questa Fonte in passato era assiduamente frequentata dalle donne che erano, o desiderano divenire, madri.
Essa prende il nome proprio dai seni femminili, le "sese" nel dialetto di quei luoghi. Si narrava, infatti, che l'acqua della sorgente fosse dedicata a Sant'Agata, martire cristiana che, nel III secolo, ricevette il supplizio del taglio dei seni, motivo per cui è tuttora raffigurata con le mani a stringersi il petto e gli occhi rivolti al Cielo: come un silenzioso grido d'immolazione.
Le donne venivano qui in pellegrinaggio dai paesi limitrofi per bagnarsi i seni con l'acqua sacra, reputata avente proprietà galattofore che accrescevano la produzione lattea nelle puerpere.
Nonostante la struttura architettonica risalga ad un paio di secoli or sono, è molto probabile che il culto di questo luogo sia ben più antico, indissolubilmente legato a culto precristiano, forse pagano, certamente d'una spiritualità naturale, a contatto con la sacralità di uno dei 4 elementi alchemici, appunto l'Acqua, che in Abruzzo fioriva venerabile dall'alto delle vette montane, passando per le morbide colline, sino alle falde acquifere più a valle che poi, inevitabilmente, ritornano nell'immensità del mare.